” …Solleva la testa verso il cielo che oggi a Milano é spudoratamente blu ed getta i pensieri insieme alle mani in fondo alle tasche della salopette di jeans che indossa da quando era al liceo. Caterina, capelli castani raccolti in uno chignon, ed occhi di miele, passeggia in piazza Liberty e pensa a suo fratello maggiore, Gio,’ incosapevolmente bello e consapevolmente triste. Si passa una mano sul ventre dove la salopette sta diventando piu stretta e sorride, pensando che li dentro sta crescendo, per lui e per lei, un motivo di autentica felicità…ed é proprio in quell’istante che lo sente… uno sfarfallio, un piccolo movimento, impercettibile a tutti tranne a lei, il piccolo o la piccola si é fatto sentire ed é la sensazione piu’ straordinaria ed emozionante del mondo… se solo potesse sentira anche Ian. Incantanta davanti alla fontana da qui sgorgano lacrime d’acqua transparente, Caterina prende il telefono in mano e chiama Tommy, ha bisogno di un posto dove dormire e Gio’ si é transferito a Parigi, quindi non gli resta che il suo nevrotico e sensibile fratellino minore“. Impastastorie, Paris
Parigi – Milano, non ci sono paragoni!
Bonjour sognatrici, é passato poco piu’ di un mese da quando abbiamo lasciato Parigi e ci siamo trasferiti a Milano. Non é stato un momento facile, ma nello stesso tempo é stato anche un momento di rinascita. Parigi é innegabilmente la città dei sogni, ma Milano é il posto dove possono diventare realtà.
La domanda che mi sento rivolgere sempre piu’ frequentemente in questi tempi é “Non sei triste di aver lasciato Parigi?”.
Amo Parigi, lo sapete, é una città bellissima e coplicata che ti respinge o ti cattura per la vita.
A me ha conquistato fin dal primo istante con tutti i suoi difetti e le sue contraddizioni ed é per questo, forse, che la amo tanto.
Ma amo anche Milano, città accogliente, dove la vita é piu’ semplice e dove tutto é possibile.
Avevo già vissuto qui, anche se in un quartiere diverso, tre anni prima di trasferirmi a Paris.
Sono stati anni felici, di amicizie e di scoperte.
Poi Paris mi ha preso il cuore e mi ha fatto sognare ad Rocchi aperti, ha riportato a galla il mio spirito bohémien, ho ritrovato la leggerezza di vivere.
Pero’ forse, a forza di fantasticare, mi ero un po’ persa, é uno degli effetti collaterali di questa città che porta a sognare le anime sensibli.
Inconsapevolmente mi stavo smarrendo, sognando costantemente di giorno e di notte.
Il trasferimento a Milano forse é stato un bene perché mi ha riportato con i piedi per terra e mi sta permettendo di riorganizzare le idee e repartire con il piede giusto.
Penso che la vita sia fatta di fasi, di crescita, di scoperta, di stasi e di rinascita.
A Paris ho vissuto le due fais centrali ed a Milano sto vivendo la mia rinascita.
E lo sto facendo, come mia abitudine, con tutto l’entusiasmo possibile.
Quindi quando mi dite “Eh, ma Parigi é meglio di Milano” io sincermente vi rispondo che ” Non si possono fare paragoni” é come se vi chiedessero se sia meglio il vostro primo figlio oppure il secondo?
Voi cosa rispondereste? Non é neppure una domanda da porre giusto?
Quindi la stessa cosa che si dice per i figli vale per le città, l’amore non si divide, ma si moltiplica.
Ed io, per motivi diversi, le amo entrambe questa città, una bellissima e scontrosa, l’altra aperta ed affascinante.
Non chiedetemi di scegliere perché non lo faró.
Ed ora mentre continueró a parlarvi di Parigi, partiró anche alla scoperta di Milano, certa che sia ancora troppo legata a certi stereotipi che non hanno piu senso d’esistere.
No a Milano non c’é la nebbia, no non é sempre grigna, anzi spesso il cielo é azzurrissimo, ed ha angolini meravigliosi che non vedo l’ora di mostrarvi.
Siete pronte a venire con me?
Ps e mi raccomando non permette l’Impastastorie Bistrot che diventerà un appuntamento fisso del lunedí, martedí e giovedí, con una puntata al mese dedicata all’Impastastorie Bistrot Letterario.
Il libro di settembre é “Un piccolo negozio di fiori a Paris” di Màxim Huerta. L’avete letto?
Avete tempo fino a fine settembre e poi ne parleremo tutte insieme. Pronte?
“Nascere non basta.
È per rinascere che siamo nati.
Ogni giorno”
(Pablo Neruda)