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Che bello ogni tanto concedersi una coccola, anzi Che bello ogni tanto concedersi una coccola, anzi due! Capelli e massaggio viso! Grazie ai Beauty Day da @sephora @sephoraitalia #noad 
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Bonsoir Sognatrici! Ça va? Che bella giornata oggi, nonostante il maltempo! Da Sephora c’erano i Beauty Days, con l’apertura dell’ @hairbar_official dove concedersi una piega veloce e professionale e l’area massaggi al viso @seasonly un momento relax eccezionale che riproverò sicuramente! Io ho scelto una piega mossa ed un massaggio glow, per stimolare il microcircolo e donare luminosità alla pelle! Magnifico! Qual è il vostro momento « coccola » preferito ?  Ah naturalmente non potevo non chiudere la giornata con la coccola per eccellenza … la nutella ❤️ #beautyday #beautydays #sephoraitalia #seasonly #hairbar #beautytips #beautycommunity #beautyroutine #impastastoriebistrot #parisienne
New look! . Bonsoir Sognatrici! Finalmente ho tolt New look!
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Bonsoir Sognatrici! Finalmente ho tolto il rosso “menopausa” sostituito da un castano caramello. Li avrei voluti un pelo più chiari, ma avevo troppo mix di colori sotto. Piano piano arriveremo ad un biondo nocciola come piace a me. A voi piace? Qual è il vostro colore preferito o quello che vorreste? Grazie a Francesca di @blendmilano per la pazienza e a @jonathas.cardoso per la consulenza ❤️ #newhair #newhairstyle #colorecapelli #hairstyling #parisiennestyle #parisianlifestyle #hairstylemilano #newlookfashion #nuovocolore #cozytime
1 un solo outfit e 4 look differenti! . Bonsoir S 1 un solo outfit e 4 look differenti! 
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Bonsoir Sognatrici! Quando ero a Parigi avevo realizzato una collaborazione con una fotografa e questo era stato il risultato, salvo alcune foto, credo di non avervele mai mostrate! 
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Lo shooting era stato realizzato a Palais Royal! 
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Voilà come cambiando solo giacca ed occhiali sembra che vari completamente il look! 
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Vi piacciono? 
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Qual è il vostro preferito? Aspetto il vostro parere! 🥰❤️ #look #parisianstyle #parisiennestyle #vieparisienne #laparisienne #lookdujour #shootingtime #pfw22 #impastastorie #palaisroyal
Dieci cose che forse non sapete di me: - come Lad Dieci cose che forse non sapete di me:

- come Lady Oscar « tuo papà voleva un maschietto ma ahimè sei nata tu » dovevo chiamarmi Davide, una volta non si sapeva il sesso… Micaela è stato un nome di ripiego scelto dalla mamma a papà piaceva Stefania… 

- da piccola non amavo i dolci, neppure i gelati e mangiavo pochissime cose

- sono del segno del Capricorno (ma mi ci riconosco poco) ascendente Leone… sono nata con quasi due settimane di ritardo per questo dico sempre che sono un sagittario mancato 😜

- in cameretta avevo tre poster Brad Pitt, John Taylor e …. (Mi raccomando non ditelo a nessuno…. Louis Miguel). Poi quest’ultimo l’ho sostituito con Jim Morrison … decisamente meglio 😜

- ascoltavo radio Genova Ovest, poi radio Babboleo e radio Deejay e mi registravo le cassettine con le mie canzoni preferite 😂

- guardavo Videomusic prima e MTV poi … mi piaceva tantissimo guardare i video musicali 

- Facevo collezione di gomme profumate e di Puffi… prima ancora i fiammiferini… chi se li ricorda?

- avevo i capelli nerissimi quasi blu… ed il mio pediatra mi chiamava « bionda » 🥰

- sono sempre stata nell’ultimo banco fila di centro

- sono arrivata con la mia tesi di laurea tra  le finaliste del premio Ilaria Alpi e Maria Grazia Cutuli e sono stata invitata alla Camera dei Deputati, ma non sono potuta andare

⭐️ Ed ora ditemi voi qualcosa che non so sul vostro conto! 

Ps per le foto ringrazio la carissima @momentsbytamara Tami con cui ho passato una bellissima giornata ❤️🥰 #diecicosechenonsaidime #impastastoriebistrot #milano #milanocity #milanotoday #duomodimilano #milanolife #parisianstyle 
#milanostyle
Buon primo giorno di scuola ❤️ e siamo arrivat Buon primo giorno di scuola ❤️ e siamo arrivati in CM2, la quinta elementare… mi sembra ieri quando io e papà per la prima volta a Parigi ti abbiamo portato alla maternelle ❤️ Buon ultimo anno di elementari amore mio … affrontalo con il tuo meraviglioso sorriso #scuola #cm2 #rentreescolaire #rentrée #primogiornodiscuola #parisvibes #myson #impastastoriebistrot #amoredellamamma #backtoschool
Amicizia, un legame che va al di là del tempo e d Amicizia, un legame che va al di là del tempo e della distanza, del chiasso e del silenzio… un legame che parte dal cuore e resta nell’anima. Ritrovarsi senza veramente perdersi mai, perché le vere amiche si appartengono, ma non si posseggono. Con loro si condivono i ricordi più belli… stare insieme e capirsi al volo e passeggiare sulle ali della leggerezza. L’amicizia come dice una famosa canzone ci fa vedere anche se c’è poca luce. Quelle vere sono poche, ma con loro c’è un legame che dura per sempre ❤️ ##paroladelgiorno #amicizia #amiciziaquellavera❤️ #friendship #bestfriends #amiche #amichedaunavita #amichepersempre #impastastoriebistrot #impastastorie #parisianstyle
Buon Ferragosto Sognatrici ❤️ tutto ciò di cu Buon Ferragosto Sognatrici ❤️ tutto ciò di cui ho bisogno è qui #buonferragosto #buonferragostoatutti #ferragosto2022 #ferragostoinfamiglia❤️ #impastastoriebistrot #arenzano #estate2022
Sapete perché ci dispiace tanto per @therealonj ? Sapete perché ci dispiace tanto per @therealonj ?
Perché ci ha regalato un Sogno. E non esiste regalo più grande! Con la sua innata eleganza, la voce cristallina, il suo sorriso aperto, è entrata in punta di piedi, a passo di danza nelle nostre vite con garbo e delicatezza.
- Chi non ha mai sognato di indossare una gonna a ruota, un twin-set pastello e le scarpe da tennis ed esser semplicemente meravigliosa come Sandy?
- Chi non ha mai sognato di far innamorare il Danny Zuko di turno?
- Chi non ha mai sognato di avere un’amica che ci aiuti a cambiare radicalmente il nostro look per tirar fuori la nostra personalità? 
- Chi non ha mai sognato, anche solo per un instante, di essere Sandy in Grease? 
Grazie @therealonj per averci fatto sognare. Grazie per il tuo bellissimo sorriso che come uno spicchio di luna brillerà nel cielo e nei nostri ricordi per sempre ❤️

. Ps si, nei primi due video sono io che grazie ad un’applicazione per un istante ho sognato di essere Sandy ❤️ #sandy #sandyanddanny #dannyandsandy #grease #youaretheonethatiwant #greaselover #impastastoriebistrot #iamadreamer #olivianewtonjohn
Attesa: cosa c’è di più bello dell’ attender Attesa: cosa c’è di più bello dell’ attendere qualcosa o qualcuno ? L’attesa fa aumentare il desiderio e la soddisfazione quando poi riusciamo ad esaudirlo ❤️ peccato che la nuova generazione non sappia di cosa si tratta… (continua a leggere) #attesa #waitingfor #imapstastoriebistrot #milano #parole #duomodimilano #nostalgia #boomer #pensierieparole #terrrazzaduomo #igmilano #igersitalia #ig_milano 
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Bonsoir Sognatrici! Quant’era bello attendere una chiamata sul telefono fisso da un’amica o da un fidanzato? Quant’era bello aspettare giorni o settimane una lettera ed immaginare cosa avremmo letto e scoperto invece di ricevere ogni secondo un messaggino su whatsapp ? Quant’era bello aspettare di vedere lo sviluppo del rullino da 12, 24 o 36 per sapere come eravamo venuti ? Quant’era bello aspettare Natale o Pasqua per comprare i vestiti nuovi, quelli buoni, e sfoggiarli in autunno-inverno o primavera estate invece di alimentare il capriccio di avere sempre cose nuove che metteremo pochissimo acquistando fastfashion ? Quant’era bello imprimere nel cuore e vivere ogni emozione invece di imprimerla in uno scatto senza viverla? Quant’era bello aspettare l’estate per andare alla festa dell’Unitá e viverci le emozioni invece dei balletti su Tiktok ? Quant’era bello comprare le paste perché era domenica? Lo so questo è un post un po’ da boomer, ma quanto mi dispiace che la generazione di Dario perda il piacere dell’attesa ❤️e voi cosa ne pensate? #attendo i vostri commenti 🥰

Impastastorie

Cantastorie con le mani in pasta e la testa tra le nuvole

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Favole di Natale: I’ll be home for Xmas

Dicembre 3, 2017 Favole, Lifestyle

Aux vieux Paris d’Arcole

Candidi come la panna, soffici come zucchero filato, luccicanti come piccoli cristalli e meravigliosi come le stelle. Puo’ restare tutto il giorno ad osservare cadere i fiocchi di neve, ma la piccola Bianca deve tornare a casa per la vigilia di Natale.

Una festa che sa di profumo di pandolce, crostata d’uva, ricotta e cannella, e biscottini pandizenzero, e di tutte le altre cose buone che la mamma e la nonna preparano ogni anno per lei. Alla bimba brontla lo stomaco al solo pensiero di tutte le cose buone che l’aspettano a casa.

Se chiude gli occhi per un secondo vede la tavola imbandita, il grande albero addobbato, il fuoco scoppiettante nel camino e tanto amore nell’aria. Sospira felice, si cala meglio il cappello di lana sulla fronte, si stringe nel cappotto e riprende il cammino verso casa.

Sta iniziando ad imbrunire, ma lei ha voglia di camminare ancora un po’ sotto la neve. Imbocca il sentiero più lungo.

Saluta i negozianti pronti a tirare giù le saracinesche per andare a casa a festeggiare. Ormai sono quasi tutti chiusi. Il fruttivendolo, prima di portare dentro le ultime cose, le regala un grappolo d’uva, con chicchi enormi e succosi.

Bianca ringrazia felice e riprende il cammino saltellando da un piede all’altro.

La nonna le ha sempre detto che l’uva a Natale porta fortuna.

Una luce in fondo alla strada, ad un incrocio solitario, attira l’attenzione della piccola e la sottrae ai suoi pensieri.

Bianca, come tutti i bambini, é incredibilmente curiosa.

Si avvicina attirata dalla luce come un’ape dai fiori.

Seduta in un angolo sopra una coperta a scacchi rossa, verde e blu c’é un’anziana signora.

Dietro di lei una casa dai vetri rotti. Dentro silenzio e buio.

La donna é avvolta in uno scialle grigio di lana coperto di fiocchi di neve, come i suoi capelli che si mimetizzano sotto i candidi cristalli.

Gli occhi, piccoli, azzurrissimi, circondati da un reticolo di rughe, la osservano con la stessa vivacità di quelli di un bambino.

Davanti a lei una cassa di legno rovesciata, sopra un libricino con la copertina in pelle consumata, una piccola bacca rossa di vischio ed una ciotola con poche… pochissime monete.

La piccola si avvicina cauta e dopo un primo momento di imbarazzo le sorride.

La sua attenzione é rapita dal libricino.

“Cos’è?” le chiede indicandolo.

“Un viaggio nei ricordi” risponde la donna con voce sottile.

“Mi piace viaggiare nei ricordi. Sempre.  Oggi in modo particolare. Sono pochi quelli belli. Sono l’unica cosa che nessuno potrà mai portarmi via” aggiunge sorridendo, ma con un velo di tristezza.

Bianca non ha nulla nelle tasche, così decide di regalarle l’unica cosa che stringe tra le mani, il grappolo d’uva.

La donna le sorride, un sorriso luminoso, sincero ed autentico.  Prende il grappolo, stacca un chicco lo avvicina alla bocca, susurra qualcosa di incomprensibile e lo restituisce alla piccola.

“Prendilo, è un chicco speciale, è magico. Puoi esprimere cinque desideri e si avvereranno tutti, ma bada non uno di più, dopo il quinto la magia si esaurisce e non potrai più cambiare idea”.

La piccola si toglie il guanto di lana e prende il chicco titubante . La mano della donnina é ghiacciata.

Bianca osserva il frutti che le ha offerto l’anziana signora. E’ grosso succoso e verde, non le sembra diverso dagli altri.

Lo infila in tasca e ringrazia la mendicante.

Le dispiace lasciarla lì al freddo, sotto la neve. Sola.

“Vieni a casa mia con me” le propone d’istinto.

La donna scuote la testa, qualche fiocco di neve si stacca e cade sulla coperta.

“Grazie, ma devo restare qui”.

“E cosa fai qui?” chiese Bianca.

“Aspetto” risponde l’anziana.

“Cosa?”

La donna alza le spalle e senza aggiungere altro le sorride.

La bimba, a malincuore, riprende il cammino, si gira qualche volta e vede l’anziana già persa nel suo mondo con il naso infilato nel libricino dei ricordi.

Chissà chi é quella strana signora? Com’era quando era bambina come lei?  Come mai é tutta sola?

E’ a più di metà strada persa nei suoi pensieri quando inizia a nevicare più forte, i guanti di lana così come il cappello, iniziano a bagnarsi.

Li toglie, li lega alla cintura. Tira su il cappuccio del cappotto rosso ed infila le mani in tasca.

Eccolo lì, pieno e rotondo, il chicco d’uva.

Lo tira fuori e lo osserva: é diventato d’oro e caldo, é vivo, pulsante.

Spaventata lo lascia cadere sulla neve. Fa un suono sordo. Pentita si butta in ginocchio a cercarlo. Lo individua subito, é circondato da un alone di luce. Lo raccoglie e lo tiene tra le mani giunte. Brilla.

Cinque desideri. Bianca ricorda le parole della mendicante.

Chiude gli occhi e non ci impiega più di un secondo ad esprimere il primo.

Quando li riapre si ritrova all’interno di una baita di montagna.

Dentro luci e pacchi colorati. In un angolo un tavolo pieno di letterine ed un camino scoppiettante grande come un armadio.

Guarda fuori dalla finestra e le vede. Saetta, Ballerino, Guizzo, Schianto, Cometa, Cupido, Tuono, Lampo, Rufus e Rudolph, accoccolate vicino ad una grande slitta.

Sul volto di Bianca si allarga un enorme sorriso, le sue guance si colorano di rosso. Se ci sono loro dev’esserci per forza anche lui.

“Oh Oh Oh Ohhhhh!!!!” una voce tonante alle sue spalle la fa girare di scatto. E’ enorme, alto ed imponente, con una barba bianca lunghissima e folte sopracciglia. Sul nasone a patata un paio di occhiali rotondi. E’ vestito di rosso e sulla testa ha il cappello con il pon pon. E’ come l’ha sempre immaginato. Identico a quello che ha a casa sotto l’albero.

Babbo Natale si avvicina:

“Ciao Bianca. Benvenuta nella mia baita!”

“Tu sai come mi chiamo?”

“Certo! Io so come si chiamano tutti i bambini che mi scrivono. Ho una grande memoria sai? E’ una lista molto lunga, ma se mi dimentico qualcosa mi aiutano le renne, loro si che hanno una memoria da elefante, anche se naturalmente sono renne, con gli elefanti a consegnare ci metterei molto di più. Emh ma forse ti sto confondendo le idee, in realtà mi sto confondendo anche io! Oh Oh Oh Oh!”

La sua risata é tonante.

Babbo Natale prende Bianca per mano e le fa visitare la baita ed i dintorni. Le spiega che durante tutto l’anno programma la notte delle consegne. Le renne si allenano ogni giorno per esser più veloci a fare il giro del mondo in una notte. Lui anche. Riposa e si allena a giorni alterni.

Poi sotto Natale, aiutato dagli elfi, si organizza per la Vigilia.

Offre alla piccola un bicchiere di latte caldo e le dice di star tranquilla, ha ricevuto la sua letterina ed ha già impacchettato tutto.

“C’è qualcos’altro che desideri? Una bambola, un vestitino, un gioco nuovo?”, le chiede premuroso.

La piccola non ci pensa su neppure un attimo. Si mette in punta di piedi per sussurrargli qualcosa all’orecchio.

Lui la guarda sorridendo e le risponde: “Vedrò cosa posso fare”.

Poi i contorni della baita iniziarono a svanire e la piccola si ritrova sola sotto la neve.

Prende ancora tra le mani il chicco magico, lo avvicina alla bocca ed espirme il secondo desiderio.

L’aria si fa un po’ meno fredda.  Si ritrova in un paesino sconosciuto, anche qui é la notte della Vigilia, in giro non c’é nessuno, dentro le case si initia a festeggiare. Raggiunge una piazzetta, al centro una fontana ghiacciata. Seduta sul bordo una bimba gioca con qualche ramoscello e dei sassolini. Ha un’aria terribilmente triste. Alza lo sguardo e Bianca la riconosce subito con quegli occhi azzurrissimi ed intelligenti.

I suoi vestiti sono lisi, i capelli arruffati e la pelle bruciata dall’arsura. Bianca si avvicina. La piccola la guarda schiva e scappa lungo un vicolo. Bianca la insegue. Dopo una breve corsa la bimba si ferma bruscamente e si volta arrabbiata:

“Cosa vuoi da me?”

Bianca sopresa, resta colpita dal tono aspro della piccola.

“Chi sei?”

“Tu chi sei e cosa vuoi?” insiste l’altra serrando i pugni lungo i fianchi

“Io…cioè tu.…” si impappina Bianca titubante.

Poi prende coraggio ed aggiunge

“Come ti chiami e cosa ci fai in giro da sola a quest’ora della Vigilia?”

“E che ti importa? Mi chiamo Lucia, ma mi piace farmi chiamare Lucy. Sono sempre sola, non solo alla Vigilia di Natale, i genitori non li ho e mi hanno affidato ad una famiglia che mi detesta, ma appena posso me ne vado. Non mi piace stare con loro e a loro non piace stare con me. A Natale mi lasciano sola in casa per andare a festeggiare con gli amici ed io scappo, spio il Natale degli altri perché io uno mio non l’ho mai avuto e mai ce l’avrò”.

Dopo aver sputato fuori tutta la verità la piccola con le lacrime che le rigano gli occhi fugge via.

Bianca resta immobile. Non riesce a concepire un Natale senza amore, ma la tristezza che ha letto negli occhi di Lucy l’ha lasciata senza parole.

Improvvisamente i contorni dei vicoli stretti del paesino iniziano a svanire.

Bianca prende il chicco dalla tasca, brilla ancora anche se il luccichio si é un po’ attutito. Lo avvicina al viso ed esprime il terzo desiderio.

E’ ancora la notte della Vigilia. Riconosce il posto. Nevica. Davanti a lei la casa con i vetri rotti che ha visto alle spalle della vecchina.

Solo che i vetri sono integri. Dentro una flebile luce, l’arredamento é povero e trascurato. C’é una donna sulla sessantina, parla al telefono, dalla voce non sembra triste, ma ha il volto rigato dalle lacrime. Dopo un po’ posa il ricevitore e si volta. Bianca sa chi é. Lucy prende un cappotto consunto, lo stringe in vita ed esce. Bianca la segue fino ad una panchina dove la donna si lascia cadere sotto la pesantezza della vita. La bimba la raggiunge e si siede al suo fianco. La donna si volta un attimo si asciuga gli occhi azzurri più velati, ma sempre vividi e la guarda.

“Anche tu sola alla vigilia di Natale eh piccola?”

Bianca non dice nulla e continua ad osservarla.

La donna guarda davanti a se e seguendo un bisogno insopprimibile continua a parlare:

“Ci farai l’abitudine vedrai. Per me non è il primo e neppure l’ultimo. Quando ero piccola mi ero ripromessa che nella vita avrei avuto delle belle feste di Natale anch’io come tutti gli altri. A sedici anni sono andata via di casa e ho trovato un lavoro. Ho lavorato sodo per mantenermi finché non ho incontrato lui, bello, brillante, benestante. Quando mi ha chiesto di andare a vivere insieme ero al settimo cielo. Ecco arrivato il momento di costruire una famiglia e festeggiare il Natale mi ero detta”.

Tira fuori dalla borsa il libretto dei ricordi ancora integro e mostra a Bianca la foto di una coppia felice.

“Sono rimasta subito incinta. Lui si è spaventato ed è fuggito lasciandomi sola. Mi sono rimboccata le maniche per dare a mio figlio un futuro migliore del mio. Ho accettato ogni lavoro possibile, ma senza studiare e senza qualifiche è stato davvero difficile. Tutti lavori in nero e nessun contributo versato per uno straccio di pensione. Con i soldi guadagnati però sono riuscita a mandare mio figlio in un buon collegio e a farlo studiare”.

Le mostra un’altra foto, di un bimbo in divisa, dallo sguardo non sembra particolarmente felice.

“Lui non è mai venuto a Natale perchè non volevo fargli vedere come vivevo, lo stato di povertà della nostra casa e poi spesso lavoravo anche a Natale. Quando lo andavo a trovare mettevo un abito nuovo, preso a noleggio, andavo dal parrucchiere e gli facevo credere che me la passassi bene, anche se non era così. Poi mio figlio è cresciuto ha vinto una borsa di studio ed è partito per l’America dove si è laureato, innamorato e sposato. Ha due bambine”, le racconta mostrandole  orgogliosa l’immagine delle piccole, “Ogni tanto mi manda qualche foto, ma non è più tornato. Ogni anno mi dice che verrà a Natale, ma poi mi chiama per inventarsi qualche contrattempo, qualche scusa. Lo so che pensa che da piccolo io l’abbia abbandonato e mi odia per questo, non sa tutta la verità e da me non la saprà mai. Per quel che ne so è felice con la sua famiglia in America e questo mi basta. Io tra un po’ non riuscirò più a lavorare, non potrò più pagare l’affitto, ma a lui non lo dirò, non voglio pesare sulla sua felicità. Me la caverò in qualche modo”.

Bianca é rimasta immobile ad ascoltare tutto il racconto senza fiatare. I contorni di Lucy iniziano a svanire. Le restano solo due desideri.

Lucy ha avuto un’infanzia infelice che ha influenzato tutta la sua vita.

Bianca chiude gli occhi prende il chicco ed espresse il quarto desiderio.

A poco a poco, la neve svanisce, sostituita da un mite paesaggio costiero. Sa già dove si trova, c’é già stata tante volte. Accosta lo sguardo ad una finestra, si sporge e senza farsi vedere, spia all’interno di un appartamento che conosce bene. Ed eccola lì, più o meno deve avere la sua età, le somiglia, nello sguardo, nella dolcezza e nel sorriso. Sua mamma si aggira per la cucina della nonna insieme ad i suoi zii. Sono dei bellissimi bambini. In casa si respira un’atmosfera di gioia e d’amore, quella che ha sempre respirato lei da quando é venuta al mondo. Nonna, molto più giovane e sempre bella, sta cucinando il cenone della Vigilia aiutata dalle sue piccole donne. Dalla finestra accostata arrivava un delicato profumo di cannella. Una crostata con l’uva e la ricotta stava cuocendo nel forno. La zia e sua madre stanno decorando gli omini pandizenzero da appendere all’albero. L’aria é serena e colma di sorrisi.

Sua mamma ha avuto un’infanzia felice, lei ha un’infanzia felice, va tutto bene e tutto sarebbe andato bene. Sospira e mentre il profumo di cannella svenisce insieme ai contorni della finestra della casa dei nonni, Bianca prende dalla tasca il chicco d’oro che ormai non brilla quasi più. Le resta un solo desiderio.

Chiude gli occhi. Non sa cosa fare. Vuole tornare subito a casa, ma desidera tanto anche un’altra cosa. Però ha paura che un desiderio possa escludere l’altro, teme di non poter più tornare indietro.

Cosa fare? Pensa stringendo il chicco nella mano. Quando apre gli occhi e le dita il chicco era tornato verde e freddo. Non brilla più. Intorno a lei ancora neve.

Cosa é successo?

Poco a poco, passato il panico iniziale, torna ad orientarsi.

A guidarla verso casa un inconfondibile profumo di cannella. E’ poco distante da casa sua, ma questo significa che l’altro desiderio non é stato esaudito.

Trattenendo il fiato Bianca corre indietro. Arriva all’incrocio dove ha incontrato la nonnina con il fiato corto ed il batticuore.

Lei non c’é, nessuna coperta, ne alcyne cassa di legno, ma le finestre della casa sono integre ed illuminate.

Bianca si avvicina titubante e sbircia dentro.

Un grande albero addobbato troneggia al centro di una stanza ben arredata. Intorno ad un tavolo imbandito, due bambine che avranno circa la sua età, la loro mamma, il papà ed una nonnina. Non ha più lo scialle grigio sulle spalle, ma un bel vestito, i capelli raccolti e gli occhi azzurri colmi di felicità. Tutti ridono, parlano serenamente e si scambiavo i regali. La donna non aveva più tra le mani il libricino dei ricordi, perché i ricordi migliori sono tutti intorno a lei.

Bianca sorride e con il cuore che scoppia di gioia corre finalmente verso casa.

Aiuta la mamma, i nonni, gli zii e i cuginetti ad apparecchiare la tavola e preparare la cena, com’é tradizione a casa sua.

Poi va dal grande Babbo Natale sotto l’albero e gli sussurra all’orecchio “Grazie di cuore”.

Infine, soddisfatta, si siede insieme alla sua famiglia.

Quando tagliano la torta di uva ricotta e cannella, a lei, come sempre, tocca il centro. Mentre sta addentando l’ultimo boccone con un chicco grande e succoso, le sembrò per un attimo che luccihi.

Sorride consapevole che nessun regalo al mondo potrà renderla più felice. Perché il Natale è casa, perché il Natale è famiglia, perché il Natale è speranza, perché il Natale è amore.

Buona feste a chi non smette mai di amare, sperare e credere nelle Favole di Natale!

< Questa favola è dedicata alla piccola Bianca, con l’augurio che ogni Natale della sua vita sia pieno di gioia e d’amore >

Se vuoi ascoltare la canzone clicca su  I’ll be home for Christmas – Smokey Robinson & the Miracles

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  1. Racconti di Natale, "A warm little home on a hill" - Impastastorie ha detto:
    Dicembre 9, 2017 alle 1:54 am

    […] Se questa favola vi é piaciuta e volete leggere un altro dei miei racconti di Natale cliccate QUI […]

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Sono un'incorreggibile sognatrice, perennemente con la testa tra le nuvole.
Parigina d’adozione e genovese di nascita, colleziono ricette, libri ed emozioni, che mescolo insieme e trasformo in romantici racconti.
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